TESTO CRITICO DI GIUSEPPE POSSA

Ha iniziato a dipingere per semplice passione, dopo aver conseguito la maturità artistica, poi col tempo si è dedicata alla pittura in maniera sempre più assidua, stimolata anche dall’amore per le bellezze della natura e per gli animali. Con stile, tra l’Impressionismo e l’Iper-realismo, ritrae paesaggi, particolari di alberi o di boschi, scorci marini e appunto figure di animali. Questi ultimi sono colti da Elena Clerici con piglio fresco ed energia istintiva: una documentazione creata con eccellenti risultati, dentro un’aura cromatica di vivace e immediata percezione. L’autrice, con sicura maestria, rappresenta le posture essenziali e maggiormente espressive dei suoi soggetti, i quali sembrano chiedere all’artista di raffigurarli come in un ritratto.

L’artefice di queste opere, forse, vede la fauna selvatica, quale parte del creato, con il proprio istinto, la propria carica, a difesa di una natura sempre più minacciata e devastata. In tal senso gli animali diventano un simbolo di ritorno all’istinto e alla spontaneità, ostacolato dalla società di massa. O anche come metafora di una resistenza interiore dello spirito: ultima barriera a un caos che non sempre la ragione riesce a contenere. Infatti, qui gli aironi, i felini, le anatre, le raganelle e altri soggetti sono effigiati con quella caratteristica, quell’elemento particolare che permette loro di non estinguersi e rimanere ancora liberi, nonostante l’avanzamento “predatorio” della cementificazione contemporanea.

Il cammino di Elena Clerici, inoltre, è improntato anche sulla ricerca della bellezza espressiva di ciò che ci circonda: una natura vista nei suoi particolari, nelle sue forme e colori, ancora incontaminati.  Sono lavori freschi e luminosi, i suoi: rarefatte atmosfere dove il sogno prevale sulla realtà, forse per dare al fruitore quel piacere estetico che la frenetica vita moderna sembra avergli sottratto. E proprio ciò che pare sfuggire alla società di oggi, è recuperato e valorizzato dalle “impressioni” della pittrice, la quale all’immagine che l’occhio “fotografa” trasferisce la sua fantasia. Infatti, coglie contorni, scorci, sequenze in primo piano e li trasforma in visioni oniriche, in intimi angoli in cui abbandonarsi spensierati, per distaccarsi dall’inquietudine quotidiana. Così i giochi di luce, d’azzurri e verdi, di grigi o arancioni autunnali, creano emozioni, evocano sentimenti, in un susseguirsi di magiche opere, lavorate a encausto su tela o su tavola, che scorrono come pagine aperte di un diario da condividere. Elena Clerici è un’artista di notevole sensibilità poetica e di ottime potenzialità sia sotto l’aspetto tecnico e stilistico, sia per quanto riguarda la scelta dei temi e dei soggetti rappresentati.